martedì 8 settembre 2009

Prima volta al club privè - parte 1

Sabato sera io e Ferdinando eravamo in casa, la tv sintonizzata sulla partita dell'Italia. Vado un attimo in studio, al pc, e Ferdi mi dice: dai guarda se c'è qualche coppietta carina da invitare qui strasera (e io penso:"ecco, mille seghe perchè lei è troppo grassa, quell'altro non mi piace come scrive e poi...le cose fatte all'ultimo"). Comunque cerco qualche last, Laurax, Morena, comunico a lui qualche coppia e la faccio vedere, nulla di interessante.
Ci siamo sentiti con una coppia, che abitava in una città un po' lontana, e concludono dicendo che andranno in un club privè.
E così, di punto in bianco, Ferdi mi dice:"DAI, STASERA ANDIAMO AL CLUB PRIVE'"
Wow...non ci eravamo mai stati...per lo meno insieme. Io proprio non ci avevo mai messo piede. Però alcune cose ci scoraggiavano, tra le quali una certamente è la pigrizia, un altra è che se ospiti sei più padrone della situazione e di ciò che ti succede attorno, l'altra sicuramente i mille racconti delle persone e l'idea della sporcizia, e, non per ultimo, il timore di andare in un altra città per poi ritrovarti nello stesso locale il capo, il collega o magari gli amici di famiglia dei tuoi genitori.
Eppure, Ferdi me lo ha proposto, e io come avrei potuto rifiutare di fare la mia prima esperienza in un club privè.
Doccia, vestiti (1000 paranoie, a casa di Ferdi ho poche cose ma alla fine riesco a mettere insieme un top, una minigonna attillata bianca e un bel paio di sandali "da zoccola").
Partiamo. Guido io. Troviamo quasi subito il posto (tra i capannoni vediamo un paio di coppie che entrano), arriviamo fuori dalla porta, è chiusa. Ok, suoniamo, ci aprono, saliamo le scale e veniamo accolti da una ragazza che ci spiega tutto, ci chiede se sappiamo che genere di locale sia (no guarda, abbiamo pensato che sicuramente tra i capannoni ci fosse una discoteca affollata!) ci fa la tessera che ovviamente noi non avevamo, consumazioni, cazzi vari, insomma entriamo.
Per prima cosa andiamo al bancone a prendere da bere, nel frattempo comincio a guardarmi intorno. Vedo delle coppie con gli uomini seduti sui divanetti , oppure al bancone del bar, e le donne in pista che ballano tra loro, o sul palo della lap dance. Ingenuamente penso che questa gente deve venire spesso per usare club come una discoteca (ingenua!! poi Ferdi mi spiega che quelle sono le coppie PR e che sono pagate per stare lì e far vedere che qualcuno si diverte e balla in maniera normale). Qulache sguardo con qualcuno, io ero comunque abbastanza imbarzzata. So quanto ferdi sia esigente in marito alle donne e quindi ormai le guardo con occhio criticoprima di dire "carina quella". Sigaretta, sigaretta! Disperati chiediamo a una specie di cameriera che ci indica una sala: un rettangolino, chiuso, circondato da divanetti e pieno di posaceneri. Sulla porta c'è il cartello "capienza massima 10 persone". Ma noi saremo minimo in 15. Qui non c'è la musica e penso subito che quello, anche se sembra un tugurio, potrebbe essere un luogo dove conoscersi. Invece nessuno dice una parola. Che triste!
Decidiamo di andare a fare un giro nel privè, giusto per vedere come butta.
E qui inizia l'avventura. Entriamo e a me viene già da ridere: le tende, la gente, tutto mi sembra un po' comico e surreale, ma so bene che non c'è da ridere e cerco di trattenermi, di non far vedere alle persone che incrocio il mio sorridetto ironico. Tutto quello spiare, quello scostare tende dentro le quali ci sono stanze con persone in intimità, tutto quello spiare dalle fessure intagliate appositamente per permettere agli occhi indiscreti di posarsi su quei corpi nudi, desiderosi e assetati degli sguardi altri, mi fa sorridere, e soprattuto mi mette un po' a disagio, mi sembra di invadere la privacy degli altri. Mi accorgerò presto che non è così per niente!
E poi sono a disagio: da quand sono entrata c'è una persona che mi tampina, mi tocca il culo, io mi sposto e lui continua, infila ma mano sotto la gonna, mi tocca in mezzo ale gambe. Io non vorrei, sta facendo un giro, se vorrò giocare lo farò più tardi, ma lui continua e io non vorrei rovinare l'atmosfera o rompere le regole del gioco. Cerco di fare capire a ferdi che c'è qualcosa che non va, cambiamo direzione più volte e lui continua a seguirci. Allora Ferdi mi dice: "se ti da fastidio, spostalo con la mano, funziona così!" Ah, funziona così, benissimo, mi prometto di emtterlo subito in pratica ma lui se ne va, deve aver sentito. Passo tutto il resto della gita a scostare mani dal mio sedere... Matilde, piccola bambina, ancora non conosci le regole del gioco. rispetto in primis. E loro capiscono. Quasi tutti.
Ci sono varie stanze, quella sadomaso è la più interessante per me, ma purtroppo non c'è nessuno, c'è il corridoio buio dove tutto ti mettono le mani addosso (è riservato alle coppie), l'idea è intrigante ma...chi lo sa poi di chi sono le mani?
Dopo un bel giro di tutti i corridoi torniamo nella sala principale, per berci qualcosa e nella saletta a fumare una sigaretta. E poi siamo pronti per avventurarci, ora con la piccola Matilde un po' cresciuta, nella sala del privè...
Continua...con il racconto della mia notte al privè... al prossimo post! Baci

1 commento:

  1. Anche per me, la prima volta in un club-privè e' stata una esperienza bellissima!!

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